Famiglia cristiana e quaresima

BUONGIORNO

Grazie per questo invito, grazie per il tema che avete scelto, grazie perché in questa domenica.

Tre motivi per dirvi grazie tutti egualmente importanti .

Per me che per scelta di vita mi occupo della famiglia quando si rompe, quando entra in crisi, trovarmi in realtà gioiose è motivo di grande speranza.

Inutile dire è questo è il secondo motivo di gratitudine, che il tema riguarda la realtà che io amo e incontro giornalmente con cui mi confronto nella vita quotidiana, che mi ha fatto crescere in questi anni .

Da ultimo un motivo personale per dire grazie perché in questa domenica oggi, io rinnovo l’impegno permanente che ho assunto nel lontano 1981 nella Comunità di Vita Cristiana (una volta Congregazione Mariana) di Reggio Calabra,dove opero insieme alla mia famiglia. Il 25 marzo è la data dell’Annunciazione cui la Comunità di Vita Cristiana è molto legata e in questa data rinnova il proprio impegno e l’affidamento alla Vergine.

Tra le priorità della Comunità di Vita Cristiana c’è la Famiglia.

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Mentre riflettevo giorni fa sull’argomento mi tornavano in mente le Parole di Giovanni Paolo II, che più volte nel suo pontificato, dove ha trovato largo spazio la famiglia (pensate alla Familiaris Consortio, all’Evangelium Vitae, per ricordare le più importanti) ripeteva

Famiglia diventa ciò che sei!

E questa esortazione oggi più che mai acquista un significato preciso, in un mondo che tenta di confondere La FAMIGLIA CON le altre realtà che famiglia non sono.

Possiamo essere tutti d’accordo sul fatto che i toni e le polemiche televisive e sui giornali cui assistiamo, costituiscono uno spettacolo indecoroso, da parte degli autori e che nulla giovano alla causa della famiglia, ma in maniera chiara ferma e decisa, in cui non c’è posto per ambiguità e fraintendimenti, occorre lavorare per la Famiglia che è ai sensi dell’art 29 della Costituzione la società naturale fondata sul matrimonio, e ancora di più è per noi la famiglia cristiana fondata sul Sacramento. Che dunque ha dato vita con il matrimonio a un vincolo indissolubile, in cui la forza vivificante, la linfa vitale è Dio costantemente presente in mezzo ai coniugi prima ,alla coppia e a i figli dopo.

Ho usato alcune parole che voglio riprendere per offrirvi il frutto appunto delle riflessioni di queste giornate che ci conducono verso La Pasqua.

Vi dicevo: occorre lavorare per la famiglia.

Quanti stanno seguendo la disputa sui giornali sul manifesto Più famiglia, in preparazione del Family Day del 12 maggio p.v. , avranno colto lo sforzo con cui il prof. Giovanni Giacobbe, Presidente del Forum delle Famiglie insieme ad altri in costante dialogo, continua a ripetere che occorre non dimenticare che la famiglia è un bene umano fondamentale ,dal quale dipendono l’identità e il futuro delle persone e della comunità sociale.

E non v’è dubbio che la politica per la famiglia (quella che diceva Giovanni Paolo II nella quale le famiglie devono essere protagoniste ) abbia subito una battuta d’arresto, rivelando le proprie insufficienze sia a livello nazionale che locale. La famiglia ha meritato ed esige tutela giudica pubblica, proprio in quanto cellula naturale della società, nucleo fondamentale come si legge nella Carta di Nizza e nei principali documenti sui diritti umani.

Ma quanto si investe sulla famiglia, quanto si lavora per consentirle di essere lo strumento di trasmissione delle generazioni future? Se ci pensate, anche se esistono le leggi regionali, troppo poche sono le provvidenze concrete in tema di servizi e di aiuti alle giovani coppie che vogliono mettere su famiglia e troppa attenzione invece si da alle definizioni: si parla ora di famiglia di fatto,ora di unione, e ancora più spesso di unione di genere, unioni solidaristiche, unioni di fatto, patto civile di solidarietà, termini che creano di rimbalzo frammentarietà e confusione.

E soprattutto troppo spazio leggiamo, si da alle rivendicazioni dei diritti del padre, della madre, dei figli, dei nonni. (voglio sapere quale è il mio diritto? Quante volte sento questa frase!)

Non sempre rivendicare i diritti aiuta la costruzione dell’ unità.

Ma soprattutto si coglie la poca attenzione riservata alla famiglia come luogo di relazioni, come spazio di accoglienza, come prima scuola di gratuità. (Il diritto ha fatto la sua parte,ma non può essere sufficiente. Penso alla legge sui tempi della città, congedi parentali, all’affido condiviso).

Vedete non esiste la famiglia felice del Mulino Bianco perchè è una famiglia irreale, è un famiglia di immagine, non incarnata nel tessuto cittadino.

Esistono invece TANTE FAMIGLIE CHE nascono, crescono, si fermano, riprendono a camminare ,da cui nascono nuove cellule, ognuna con una propria individualità: non esiste una famiglia uguale a un’altra, ognuna con il proprio modo di vivere, portatrice di ricchezza e di fantasia.

La famiglia nucleo fondamentale, non semplice aggregazione di persone che percorrono un tratto di strada insieme, esige da ognuno di noi che ci si creda e ci si spenda per essa.

Nel manifesto del Forum delle famiglie, si parla della famiglia come di una risorsa per il futuro, verso cui si rivolge- leggiamo- il legittimo desiderio di felicità dei più giovani. Nel loro disagio leggiamo una forte nostalgia di famiglia.

Interpretando queste righe: mi vengono in mente le numerose coppie che ho incontrato nei corsi prematrimoniali organizzati nelle nostre Parrocchie, quando si legge negli occhi il desiderio, nella voce la gioia della attesa, che si unisce alla voglia che giunga quel giorno per il quale si è tanto lavorato insieme.

Chi di noi sposati non lo ricorda?

Ma alla memoria si presentano anche tanti volti giovani e anziani stanchi, affaticati, sofferenti che ho incontrato dopo, che esprimono la sofferenza di un distacco a volte necessario, più spesso maturato nel silenzio e nella incapacità di dialogo, nella non voglia di rimettersi in gioco.

E’ evidente che le modalità di approccio (chi di noi non sa di amici o di persone in difficoltà), non possono essere identiche. Nei primi occorre non spegnere l’entusiasmo, ma sottolineare che si costruisce sulla roccia, per affrontare la pioggia, il vento che verrà; mentre nei secondi occorre riaccendere la speranza, suggerire la memoria della storia che li ha fatti incontrare per ricominciare proprio da lì.

La famiglia luogo di relazioni dicevamo.

…Non c’è tempo per costruire, non c’è tempo per guardare l’aquilone,non c’è tempo neanche per restare non ho tempo canta PierCortese nell’ultimo Sanremo 2007.

Il tempo è sicuramente una dimensione che ci manca Come è possibile costruire la dimensione dell’ascolto, dell’incontro da cui nasce la relazione, se non ci si vede a pranzo con i figli, se si arriva distrutti a cena, se l’indomani ci aspetta una giornata lunga e faticosa, se il sabato e la domenica sono le giornate in cui c’è tanta roba da stirare,da riordinare,da riorganizzare, se non c’è lo spazio per una passeggiata, per scambiarsi un’idea , una frase affettuosa, una tenerezza, se……

Dicevamo anche: La famiglia come spazio di accoglienza , anzitutto alla Vita. Perché il secondo figlio, il terzo poi! Ci fa tanta paura. Perché non vogliamo adottare, né accogliere le proposte di affidamento, di minori in difficoltà; perché preferiamo festeggiare fuori casa le ricorrenze familiari, comprare i surgelati, mangiare velocemente, non bussare alla porta del vicino di casa per chiedere come sta, perché ci chiudiamo nelle nostre case con sofisticati sistemi di allarme?

Ognuno di noi può aggiungere numerosi altri interrogativi, che lo riguardano e rileggere la memoria del proprio vissuto.

E’ chiaro che se mi fermassi qui, a queste provocazioni ,ognuno di noi credo se ne tornerebbe a casa con la sensazione di non avere nulla da fare, se non sopravvivere in qualche modo.

Non è così, non è certamente così per la famiglia cristiana. E proprio questo tempo di Quaresima ci può aiutare a dare una lettura diversa.

Come viviamo questo frattempo? Gesù sta salendo sulla Croce, va a Gerusalemme per morire e sta dicendo ad ognuno di noi:Tu vuoi venire dietro a me?

Mentre sei in Croce, se vieni con me RISORGI.

Costruisci con me un progetto di resurrezione . Ecco che allora la mia Famiglia, la famiglia di ognuno di noi diventa protagonista in questo progetto che porta alla Vita passando attraverso la Croce.

Ancora una volta Giovanni Paolo II ci viene in aiuto nella riflessione, definendo la Famiglia come una comunità di amore: dove ogni membro si sente capito , accettato e amato e cerca di capire,accettare e amare gli altri.

Allora ogni giorno è occasione di dimostrare all’altro, morendo un po’ al proprio egoismo capacità di ascolto, che non è facile: perché ascoltare è rinunciare a parlare; a giustificarsi,a spiegare; a convincere ,a rispondere.

Ogni giorno è occasione per mettere alla prova la fedeltà e la concordia, per superare inevitabili prove derivanti dalle quotidiane preoccupazioni, sforzandosi di capire i diversi linguaggi dell’altro, espressi a parole o con il corpo. Allora la birichinata del bambino (per es. La rottura di un vaso prezioso) potrà essere occasione per comprendere se rimprovero perché tengo troppo all’oggetto che si è rotto, o se il pianto del figlio ,il suo volersi punire, assumendosi le proprie responsabilità va accolto e ricollocato in una dimensione di crescita del nucleo. Così una malattia improvvisa del figlio o una sua partenza per un master di specializzazione, lascia un vuoto che bisogna sforzarsi di capire,anche ove finisse con un fallimento umano: Padre perdonami perché non sono degno dice il figlio pentito che torna a casa, dopo aver dilapidato le sostanze .

Nello stesso modo la festa del papà, della mamma, dei nonni ,delle nonne, sarà la festa dei vincoli e degli affetti familiari, nella loro naturalezza così profonda e spontanea, in cui si proverà con gesti semplici a testimoniare l’appartenenza e la gratitudine nei confronti di ognuno e di tutti, con la consapevolezza che è nella famiglia che sorge la vita, viene custodita dal padre, allevata dalla madre, protetta, educata e avviata alla maturità, con il contributo della memoria dei nonni.

C’è poi una dimensione particolare che durante la Quaresima la famiglia può intensificare e vivere: la dimensione della solidarietà che nasce dal carattere proprio del nucleo familiare che è scuola di gratuità.

Il rispetto, il servizio verso l’uomo /donna considerato nella sua dignità, si esprime nei piccoli gesti quotidiani, la tenerezza del risveglio( un caffè a letto, magari ogni tanto) ;accompagnare i figli a scuola per consentire all’altro di vivere il distacco responsabile senza essere oppresso giornalmente dalla campanella dell’entrata ; la pentola che bolle all’entrata in casa, la tavola apparecchiata, cucinare una pietanza particolare in una giornata ordinaria, sapendo che l’altro gradirà, possono essere piccoli gesti quotidiani, frutto di cura e premura aperti a un amorevole attenzione all’altro.

E’ questa la dimensione interna della famiglia Chiesa domestica, scuola d’Amore . C’è poi una dimensione di apertura, esterna, che trova nella nostra realtà calabrese un punto di forza propria nella casa familiare. Questa casa che rappresenta spesso il frutto dello sforzo della famiglia.

Dice Padre Stancari in un libro (La Calabria tra sottoterra e cielo) La casa è il punto di partenza. Essa è luogo tempo ed esperienza da cui si proviene.

La casa è un habitat di affetti dice il nostro diritto .E’ un interno, un coagulo di affetti talvolta un ingorgo, perché quell’ ambiente può non avere respiro. E’ un ambiente protettivo, ma può anche essere vuoto ed indicare una chiusura.

La casa dei calabresi cela in sé uno spazio illimitato che si spalanca la’ dove viene custodito il vuoto di coloro che non ci sono più(scriveva il Prof. Teti in occasione di un recente convegno).

Questo spazio interno serve all’ospitalità, all’accoglienza, apre il cuore della famiglia e spinge i membri del nucleo ad uscire a testimoniare fuori l’entusiasmo del messaggio di fede e speranza che portiamo dentro. I figli osservano il comportamento dei genitori, e ce ne chiedono conto; imparano dalla nostra testimonianza ad essere rispettosi del compagno di banco, a condividere una parte della propria merenda, a vivere una dimensione di solidarietà e collaborazione a scuola, in associazione, nei gruppi, ad invitare l’amico a fermarsi a casa a mangiare, a studiare a giocare, ad andare trovarlo o telefonare se è melatao epr dargl i compiti. L’amore generoso e vicendevole dei coniugi diventa il punto di partenza per riconoscere e rispettare la dignità degli altri e per esercitarsi con gli stessi sentimenti, negli altri atteggiamenti e virtù che rendono l’uomo capace di costruire una società fraterna. Così la famiglia diviene la scuola di umanità più ricca in cui l’Amore si orienta alla Vita non la calpesta, la accoglie la promuove. Il Sì generoso di Maria, di Miriam, (libretto In nome della madre) quella donna che di fronte alla vita che le è sbocciata in seno ha detto sì fiducioso e pronto (eccomi), accompagnato da un umano timore delle difficoltà , richiede un atto interiore di confidenza in Dio e di fiducia nell’uomo nuovo che nascerà. Anche questo può essere un impegno di Quaresima: non lasciare solo chi è nel dubbio, magari nella difficoltà dignitosa di un silenzio sofferto. Lasciamoci allora con la consapevolezza che dobbiamo esercitarci in questi atti interiori di confidenza in Dio, nella preghiera, una dimensione semisconosciuta, che nella famiglia deve trovare forza e linfa vitale. Una pausa con Dio si intitola un libretto edito dalle suore di San Paolo: la lettura di un salmo insieme prima di andare a lavorare, o appena svegli prima del caffè; una benedizione del cibo che ci è stato donato e che consumiamo insieme , una posta di Rosario(nelle nostre antiche famiglie si recitava il rosario attorno al braciere , un week -end di ritiro, per tirare il fiato,offerto dalle Vostre suore che con voi aiutano a crescere i vostri figli, possono essere occasioni per ripetere con Tobia e Sara (Tb 8,5-8) rifondare una famiglia ogni giorno,nella quale si Benedica il Tuo nome per sempre.

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